home | area personale         schemi | tutorial | robotica | pic micro | recensioni         forum | chat irc         faq | contatti         store | Ordina PCB
username
password
cerca
 
RECUPERO DI UN MICROFONO D'EPOCA, ELECTROVOICE 638W tipo: livello:
Recupero di un microfono da tavolo per uso amatoriale prodotto durante la seconda meta? degli anni sessanta.
 
 




 

Ri-messa in opera di un microfono “d’epoca”

 

Recupero di un microfono da tavolo per uso amatoriale prodotto durante la seconda meta’ degli anni sessanta.

 

  Ho restaurato un buon numero di oggetti analoghi, altri modelli, altri costruttori e altre caratteristiche, li propongo tra i tutorial perchè la parte interessante non è solo elettronica, ma tutto l'oggetto. Purtroppo questi sono oggetti dedicati all'OM, lo sperimentatore troverà sicuramente la lettura meno stimolante.

 

Si tratta di rendere nuovamente utilizzabile un microfono che l’evolversi delle nostre apparecchiature ha di fatto reso inutilizzabile, il tutto è finalizzato all'utilizzo su RTX di casa Icom, ma nulla impedisce di adattarlo all'impiego su altri RTX.

 

L’oggetto delle sevizie è un magnifico microfono, prodotto dalla statunitense Electro-Voice tra il 1966 e il 1976, si tratta del modello 638W. Il proprietario precedente aveva provveduto a sostituire la capsula microfonica originale con una HC5 della americana Heil. Si tratta di una capsula dinamica, con una buona risposta in frequenza (300 – 8000 Hz) e una deenfasi da 2KHz in su di circa 6 dB. La sensibilità dichiarata è di -68dB a 1KHz.

Una bella capsula, ma del tutto inadatta a pilotare direttamente un moderno RTX, impedenza troppo bassa e segnale assolutamente insufficiente.

Meccanicamente il microfono è formato da più elementi in alluminio: la base è avvitata alla parte centrale a sezione quadrata, che incorpora la leva del PTT, alla sommità è avvitata la capsula nel suo contenitore dalla forma tipica che distingue questa marca. L’unico spazio disponibile è un piccolo vano rettangolare, situato nella parte posteriore della testa, probabilmente ospitava in origine un piccolo trasformatore di impedenza. In questo piccolo spazio dovremmo far stare il nostro preamplificatore, magari isolandolo con un foglio di carta.

Il restauro esterno è molto facile, questo microfono non è verniciato, dunque basta smontarlo e lucidarlo con pasta abrasiva da carrozzeria (o con il vecchio Sidol) e tanto olio di gomito, magari intervenendo prima sulle parti più segnate con carta seppia (da usarsi con acqua e sapone) a grana molto fine (1200 o 1500). Ricordiamoci che ½ ora in più passata a lucidare doneranno al microfono un aspetto assolutamente pari al nuovo.

Sin dai primi anni ‘80 la produzione della Icom impiega “di serie” microfoni da palmo amplificati la cui alimentazione è fornita direttamente dal cavo che porta il segnale del microfono. La cosa è realizzata collocando il transistor amplificatore, la polarizzazione di base e quanto altro nel microfono, mentre la resistenza di collettore (da 1 kohm) e il condensatore che preleva il segnale amplificato sono montati nel ricetrasmettitore.

Questo è il metodo che ho adottato in questa realizzazione, la modifica si limita a aggiungere il ritaglio di millefiori sul quale è montato il preamplificatore nel piccolo spazio disponibile sotto la targhetta posteriore, lasciando il resto completamente originale. E’ bene notare che il connettore situato sotto la parte che contiene la capsula è ad un solo polo, in verità assomiglia più ad un portalampade che a un connettore, per questo non è possibile aggiungere un filo di alimentazione alloggiando il pre dietro la capsula.

Se l’uso è previsto su un ricetrasmettitore “non Icom” è necessario liberare un filo nel cavo che va alla radio (il nero è la massa del PTT, e può tranquillamente essere utilizzato) quindi sotto il coperchio che ripara lo switch del ptt è necessario inserire una resistenza da 1Kohm ( ¼  W) collegata tra l’uscita del preamplificatore e i +8V provenienti dalla presa microfonica della radio, un elettrolitico da 10microF tra i +8V e massa e in altro in serie al segnale microfonico verso il ricetrasmettitore. E’ questa la parte di schema compresa nel “fumetto” a destra dello schema elettrico.

 

 

 Questo è lo schema del primo stadio e del microfono di un RTX Icom datato,

il sistema è tuttora valido ed è impiegato anche nella produzione più recente.

 

Scelta dei componenti e realizzazione pratica

 
clicca per ingrandire

Sull’amplificatore c’è veramente poco da dire, dato lo spazio esiguo non è possibile montare operazionali o chip dedicati, a meno di non ricorrere a montaggi smd. Dunque la scelta è caduta su uno schema che ricalca fedelmente quello montato all’interno del microfono dei vecchi IC290 e IC490. Si tratta di uno stadio a emettitore comune ridotto all’osso; la polarizzazione di base è ricavata dal collettore piuttosto che dall’alimentazione. Il risultato di questa configurazione è una lieve reazione negativa che produce un controllo automatico del guadagno e aumenta la stabilità dell’amplificatore che è meno sensibile anche all’uso di altri transistor. I due condensatori C2 e C3, del tutto inutili ai fini del funzionamento dello stadio, sono invece essenziali per evitare rientri di radiofrequenza. Il loro valore non è critico, da 1000 a 4700 pF va tutto bene. Non andrei oltre con il valore pena un taglio delle frequenze audio più alte.

La capsula non è collegata a massa,  dunque dobbiamo prestare attenzione affinché nessuno dei due fili che provengono dalla capsula lo sia.

Il ritaglio di millefori su cui è stato montato il preamplificatorino misura 13 x 18 mm (4 per 7 fori) su cui trova posto un transistor NPN per bassa frequenza che andrà scelto con il contenitore plastico (BC549, BC237, BC238, ma anche i vecchi BC107, 108, 109 avendo cura che il contenitore metallico non entri in contatto con il guscio del microfono). Gli altri componenti andranno scelti tra i modelli che occupano meno spazio, elettrolitico piccolino, i due ceramici multistrato e resistenze da ¼ o 1/8  di watt.

Dopo aver collegato l’ingresso alla capsula, il filo di massa alla massa del microfono (e alla massa della radio, pin 8 del connettore a 8 poli), l’uscita al filo che scende lungo lo stelo e che fa capo alla radio (al pin 1 del connettore a 8 poli del microfono) dovremmo misurare sul collettore del transistor una tensione di alcuni volt, dipendenti dal transistor utilizzato, da 4 a 6 V circa. A questo punto il preamplificatore dovrà funzionare al primo colpo, la resa audio è buona e più che sufficiente all’uso normale. La fedeltà è ottima e la timbrica è adatta sia all’uso in FM quanto a quello in SSB, la capsula dinamica non fornisce la tonalità metallica tipica dei microfoni piezo tanto in voga tra gli esemplari coetanei a questo microfono. Personalmente, a dispetto della semplicità costruttiva, ritengo questo microfono tra i migliori che abbia mai utilizzato.

 

 

Elenco componenti

 

 

R1 – 1800 ohm

R2 – 10 Kohm

R3 – 22 ohm

R4 – 1Kohm

C1 – 10microF 16V

C2 – 2200 pF

C3 – 2200 pF

C4 – 10microF 16V

C5 – 10microF 16V

Q1 – BC549 NPN al Silicio per BF

 Successivamente mi è capitato in mano un microfono da palmo Prod-el, con una capsula analoga , e  un pre identico  a questo è stato inserito al suo interno... un poco a fatica, ma il risultato è più che buono.

 

 



  il parere della community
esprimi il tuo voto approvi questa pagina? promo


  non sei autenticato, per questo non puoi visualizzare i commenti sulla pagina. Se sei registrato accedi oppure registrati.


difficoltà
costo
informazioni
Questa pagina è stata creata da bergio70 [pagine pubblicate]
il 21/02/2012 ore 16:51
ultima modifica del 11/06/2012 ore 10:00
la pagina è stata visitata 4138 volte




Lo staff di www.grix.it non si assume responsabilità sul contenuto di questa pagina.
Se tu sei l'autore originale degli schemi o progetti proposti in questo articolo, e ritieni che siano stati violati i tuoi diritti, contatta lo staff di www.grix.it per segnalarlo.

   
 







 
 
indietro | homepage | torna su copyright © 2004/2024 GRIX.IT - La community dell'elettronica Amatoriale