FORUM: Robotica, CNC, 3D
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FrancoGual: ...poi dipende da cosa vuoi fare o far fare, se ha qualche straccio di automatismo.. tipo scatola norton.
Nessun uso prevedibile. Piccola manutenzione. Esempio modificare un bulloncino, un alberino, un giunto...
guzzj
postato il: 15.06.2020, alle ore 17:08
MB54:
Vero per il 99,9& dei modelli, per i quali esiste solo l' stl.
ma no, non puoi fidarti dei gcode, tu importi stl e da li lo modifichi, il gcode è sviluppato sulla macchina personale, puoi avere gli stessi parametri ma difficilmente ti trovi che vada bene.
Non è obbligatorio usare il paracadute, ma ricorda, lo puoi fare una volta sola.
Per le bullonerie, viti ecc dovrebbe almeno avere avanzamenti automatici ed inversione di marcia ad automatismo inserito.
Se vuoi realizzare filetti, se no dipende dala robustezza della torretta portautensili se ti permette di lavorare materiali duri o semiduri.
Senza vibrare e fare bellissimi disegni..
Anche il viaggio più lungo inizia con un piccolo passo.
Si vis pacem, para bellum!!!
Mark Zuckerberg ha reso suoi schiavi milioni di persone senza che se ne rendessero conto. F.G.
<Avete vinto voi,ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice> Da Mediterraneo.
Inferno,Canto III,verso 51 Virgilio dice.........
MB54
postato il: 15.06.2020, alle ore 17:26
FrancoGual: Per le bullonerie, viti ecc dovrebbe almeno avere avanzamenti automatici ed inversione di marcia ad automatismo inserito.i..
Sono cose indispensabili o utili? Tieni conto che potrebbero essere 5 filetti all' anno, probabilmente meno. Un' ipotesi forse piu' realistica è tornire il corpo del bullone e poi usare una filiera.
MB54
postato il: 03.07.2020, alle ore 13:48
MB54: PET-G
...
Il piatto iniziale a 80, poi 45° dal 3° strato
estrusore 225°C
Ventola ferma per 2 strati poi al 100%
ugello 0,4
velocità stampa: 50mm/s
strato 0,3 per le parti statiche e 0,2 per gli accoppiamenti mobili
Aggiornamento:
In queste settimane ho stampato parecchi supporti in PET-G, una chilata di filamento.
Non avevo bisogno di particolari accorgimenti, solo stampe grezze, per cui non ho fatto nessuna messa a punto: ho sempre usato le stesse condizioni di partenza.
Sono molto soddisfatto di questo materiale: molto molto molto più tenace del PLA, resiste meglio alla temperatura, uv ed all' acqua. Minore granulosità superficiale, ritiro non misurabile, ottima aderenza al piatto caldo (ma anche tiepido).
In pratica costa come il PLA e non presenta nessun problema di stampa: nel complesso lo trovo preferibile. Unici inconvenienti il maggior tempo di preriscaldo del piatto + estrusore (con A8 il PLA richiede 8 minuti di preriscaldo, il PETG ben 25). Anche un stringing superiore al PLA, ma i parametri non sono ottimizzati: le stringhe sono comunque sottilissime e vengono via al solo passaggio di un dito. Leggera pecca: poichè è molto più tenace del PLA,la rimozione dei sostegni (se presenti) è un poco più laboriosa.
In sintesi, adotto il PET-G come filamento standard.
Domani ordino dell' ASA, che forse richiede maggiori attenzioni, ma dovrebbe sopportare temperature superiori.
guzzj
postato il: 04.07.2020, alle ore 09:05
MB54:
Domani ordino dell' ASA
come materiale per esterno è fenomenale, un pelo più rognoso del petg ma ottimo per quelle applicazioni in cui hai bisogno resistenza ai raggi uv e all'acqua.
unico neo è che le impostazioni cambiano tra i vari produttori, sia per quanto riguarda le temperature che per il raffreddamento, soprattutto per la camera della stampante, aperta o chiusa, ma se segui i consigli forniti con la bobina non dovresti avere grossi problemi.
facci sapere le tue valutazioni dopo averlo provato.
buone stampe.
Non è obbligatorio usare il paracadute, ma ricorda, lo puoi fare una volta sola.
MB54
postato il: 04.07.2020, alle ore 09:36
guzzj: ..
unico neo è che le impostazioni cambiano tra i vari produttori, sia per quanto riguarda le temperature che per il raffreddamento, soprattutto per la camera della stampante, aperta o chiusa,
Variabilità delle temperature a parte, il produttore non dice di usare una camera calda. Penso che alla fine la differenza camera si-no si ripercuota nella resistenza alla trazione fra strati.
A proposito di camera riscaldata, ho visto un poco di pagine web, Lasciando perdere perdere per il momento nylon, imidi e peek (anche la Nasa presenta una sua soluzione), per resine più facili (ABS, ASA. policarbonato ecc.) ho visto soluzioni in genere molto semplici; da una semplice copertina buttata sopra la stampante, ad una leggera schermatura con metacrilato. Gli autori in genere parlano di temperature nella camera piuttosto basse (35-40°C) che in effetti semplificherebbero la vita. Per temperatura più alte, nel caso della A8 in particolare, si porrebbe il problema del surriscaldamento delle parti elettroniche, dell' isolamento dei cavi (molti in PVC, quasi nulla in PP o silicone; niente teflon) e del raffreddamento dei motori. Da manuale di montaggio le elettroniche (mainboard ed alimentatore) sono montate direttamente sul telaio e quindi potrebbero non gradire una camera troppo calda.
Per le prove a confronto con l' ASA farò qualche protezione leggera e 'volante', ma credo che per passare seriamente ad altro (policarbonato,il 'mitico' nylon ) potrebbe essere opportuno spostare almeno le elettroniche. Al crescere delle temperature (PEI ecc.) dovrò pensare agli isolamenti dei fili ed a raffreddare il motore. E così via, ma non sono problemi di adesso.
Con i filamenti che preferiscono una camera calda... la tua camera a che temperatura si porta ?
Farò sapere delle prove con l' ASA, ma spero di non avere difficoltà .
guzzj
postato il: 04.07.2020, alle ore 09:47
la mia anet non è chiusa, se devo uso l'altra che è chiusa di suo, ma usando l'estrattore di fumi difficilmente in camera supero i 45/50°.
finora non ho avuto necessità di avere una temperatura alta in camera, serve più per non avere sbalzi di temperatura data dalle correnti d'aria.
Non è obbligatorio usare il paracadute, ma ricorda, lo puoi fare una volta sola.
MB54
postato il: 08.07.2020, alle ore 06:57
guzzj: ....difficilmente in camera supero i 45/50°
Con l' ASA spegni sempre il piatto dopo il primo strato o mantieni una qualche temperatura per tutta la stampa?
guzzj
postato il: 08.07.2020, alle ore 08:51
MB54:
Con l' ASA spegni sempre il piatto dopo il primo strato
temperatura ugello 255°
temperatura piatto 110°
ugello 0,4
risoluzione 0,2
ventola di raffreddamento assolutamente spenta per tutta la stampa.
livellamento piatto e ugello perfetto pena il distacco del pezzo.
con la anet aperta il piatto sempre acceso per tutto il processo, se lo spegnevo anche dopo 10 strati il pezzo si staccava.
la classica barchetta di prova è uscita bene ma in alcuni strati l'adesione non era perfetta.
con la zortrax m200 stesse impostazioni della anet piatto sempre acceso ma temperatura 105°, di più non sale, la barchetta era perfetta, probabilmente essendo chiusa e non prendendo aria il risultato è stato migliore.
mi raccomando una cosa, visto le alte temperature dell hot end e del piatto essendo sempre acceso, assolutamente da usare i 2 mosfet e saldare i fili del piatto per non avere problemi.
Non è obbligatorio usare il paracadute, ma ricorda, lo puoi fare una volta sola.
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