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FORUM: Elettronica Generale
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multimetro in ac su misura in dc
     
Autore Messaggio opzioni
fuffat





postato il:
08.03.2024, alle ore 00:42
multimetro in ac su misura in dc 

ciao, un domanda..mi spiegate perche' collegando un multimetro in AC (accaduto per errore) e misurando una corrente in DC, ho cmq una lettura? esempio..batteria aa da 1,5, letta in DC (correttamente) indica 1,51 v...letto ai AC indica 2,5. qual'e' la logica dietro?
schottky





postato il:
08.03.2024, alle ore 07:59
Non è che in un multimetro che misura le corrente alternatca ci sia un mago, c'è un raddrizzatore che raddrizza qualsiasi forma d'onda gli applico e un circuito che esegue dei calcoli per dare un valore. Se il tuo tester fosse stato a vero valore efficace questi calcoli applicando una tensione continua dovevano dare estattamente il valore della tensione.


Il vantaggio di essere intelligente e' che si puo' sempre fare l'imbecille, mentre il contrario e' del tutto impossibile. -- W. Allen
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una ogni 100 livelli
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postato il:
08.03.2024, alle ore 20:53
E' verosimile che sulle portate AC ci sia un ponte di diodi e che il multimetro <aggiunga> un volt alla lettura per compensare la caduta sui due diodi in serie.

Per curiosita' ho fatto la prova sul mio multimetro <da sacrificio> comperato alla Coop per 10 euro. Anche lui in AC con una pila AA legge 2.5Volt e con una 3032 legge 4.1 volt. Poi pero' la tensione scende in pochi secondi fino allo zero, per cui e' verosimile che ci sia anche un condensatore in serie (verosimilmente calibrato per la frequenza di 50/60 Hz)

Anche i vecchi ICE680 a lancetta avevano un diodo in serie (uno solo) sulle portate Ac e si faceva la lettura in AC su una scala a parte (rossa).




"se peso cado, ma se cado non peso"
adamatj.altervista.org
schottky





postato il:
09.03.2024, alle ore 07:58
Mi convince il fatto che il tester aggiunga la caduta di tensione del diodo però se è a true RMS dovrebbe dare il valore vero (cosa provata col mio tester Owon), peraltro se invece non lo è ed è calibrato solo per tensioni sinusoidali dovrebbe oltre ad aggiungere la caduta del raddrizzatore al valore di picco anche dividere per radice di due per estrarre il valore efficace.


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postato il:
09.03.2024, alle ore 12:10
Giustissimo.

Anche dentro un multimetro da 10 euro c'e' un micro per pilotare il display, quindi (dopo la sottrazione) si moltiplica per 181 e si divide per 256 ottendo 0.707031250 con un errore dello 0.01%.

ps. volendo divertirsi, con un LT1968 ed un operazionale a basso offset si fa un convertitore true rms con una sensibilita' di 5 mV e accurato all'1% fino a 500KHz con meno di 10 euro...



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adamatj.altervista.org
schottky





postato il:
09.03.2024, alle ore 12:27
Però così non si spiegano i 2.5V della batteria


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postato il:
09.03.2024, alle ore 21:07
La faccenda mi ha intrigato e sono andato a cercare le vecchie dispense del corso di misure.

Se il voltmetro dc e' ad integrazione e si integra ad es su 332 msec che prendono dentro periodi interi a 50 e 60Hz) si ottiene il <valore medio> della sinusoide raddrizzata, si risale al valore efficace e si aggiunge la caduta sui diodi.
Con un segnale in continua sulla portata AC ci sarebbe la caduta dei diodi in piu'. Potrebbe essere una via, comepotrebbe essere tutta una castroneria.

ps. In rete ci sono dispensine universitarie praticamente identiche ai miei appunti di 50 anni fa.



"se peso cado, ma se cado non peso"
adamatj.altervista.org
schottky





postato il:
10.03.2024, alle ore 07:46
Continua ad interessare anche a me la questione e, come al solito, mi faccio venire dei dubbi. Se è vero che le dispense che si trovano in rete sono così datate è possibile che si riferiscano ad un altro scenario rispetto all'attuale e in cui si misuravano essenzialmente tensioni di rete a frequenze di rete.
Lo dico a proposito dei diodi e della caduta, anche sul tester più scafesso venduto ai grandi magazzini a 10 € si trova la scala CA da 1 o 2 volt fondo scala è chiaro che lì c'è disogno di un amplificatore che ci dà l'occasione di implementare un raddrizzatore di precisione a zero caduta (o quasi)
Circa le dispense universitarie arretrate ti posso assicurare che nelle università italiane non si è per nulla arretrati, ho un caro amico professore di misure elettriche ed elettroniche che è un riferimento internazionale su alcuni temi molto avanzati e che li trasferisce con grande qualità ai suoi studenti.



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FrancoGual



[pagine pubblicate]

postato il:
10.03.2024, alle ore 20:19
Boh, io lo butterei senza troppi indugi.
Il mio, i miei tester in AC se gli faccio misurare una continua mi misura l'ondulazione residua se c'è, su una batteria mi da 0.00 dopo il picco iniziale.
Ovvio altri strumenti di misura ho notato che misurano qualcosa, valori senza alcun senso.
Non credo abbiano condensatori per misurare/separare la AC, poichè fanno anche da frequenzimetro fina ad alcune decine di kHz.



Anche il viaggio più lungo inizia con un piccolo passo.
Si vis pacem, para bellum!!!
Mark Zuckerberg ha reso suoi schiavi milioni di persone senza che se ne rendessero conto. F.G.
<Avete vinto voi,ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice> Da Mediterraneo.
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postato il:
11.03.2024, alle ore 18:29
schottky:
[CUT] Circa le dispense universitarie arretrate ti posso assicurare che nelle università italiane non si è per nulla arretrati, ho un caro amico professore di misure elettriche ed elettroniche che è un riferimento internazionale su alcuni temi molto avanzati e che li trasferisce con grande qualità ai suoi studenti.


Col <praticamente indentiche> intendevo dire che la sola differenza che ho trovato con i miei appunti sui voltmetri era la presenza del convertitore a rampe multiple, che 50 anni fa non era descritto (c'era solo quello a doppia rampa).

La mia affermazione non ha assolutamente valore negativo perche' quel che e' cambiato e' solo la tecnologia disponibile (e quindi la potenza di calcolo), i concetti di base sono sempre quelli (e si spera che vengano insegnati a fondo, uno per tutti il valore efficace). Forse sbaglio ma <concetti> nuovi non ce sono rispetto agli anni 60

Ad esempio lo stimatore di Kalman si studiava anche 50 anni fa ed il docente di controlli automatici evocava se mai sarebbe stato possibile in futuro realizzarne uno che lavorasse su segnali <live>. Oggi lo si fa con un umile micro da meno di 1 euro. Idem per l'algoritmo di Viterbi (bergamasco!) che si studiava solo teoricamente nel corso di affidabilita', oggi lo usano nei televisori....

@francogual
Perche' mai buttare un multimetro da battaglia della coop cat II da 10 euro? Ci misuro tensioni (mai sulla rete), correnti (piccole), resistenze e continuita' (utilisssimo) se basta una accuratezza del 5-6% (cioe' quasi sempre). Sopporta parecchie vessazioni e se si frigge son solo 10 euro. L'importante e' sapere cosa si misura e cosa (grossomodo) ci si aspetta di leggere.

Ovviamente se il multimetro serve per lavoro la faccenda e' del tutto diversa, e' importante prima la sicurezza (CAT III-1000V) e poi l'accuratezza (di solito l'1% basta). Accuratezze migliori servono solo nei laboratori delle ditte per tarature e controlli di qualita'.



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adamatj.altervista.org
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